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Si può fare il trapianto capelli per correggere una calvizie permanente in pazienti pediatrici post chemioterapia?

La medicina oncologia ha fatto passi da giganti negli ultimi anni consentendo di guarire definitivamente dalla malattia sempre una percentuale maggiore di pazienti. Il protocollo terapeutico è certamente complesso e si basa su chirurgia, terapia farmacologica, chemioterapia e radioterapia. Le radiazioni di queste due ultime terapie molto frequentemente provocano la caduta dei capelli. La perdita follicolare molto spesso e temporanea e quindi dopo un certo periodo dalla fine del ciclo di terapia si osserva la ricrescita spontanea dei capelli. A volte succede che purtroppo la calvizie indotta dalle radiazioni diventa permanente e tale fatto – oltre che comportare un evidente inestetismo – ricorda costantemente al paziente i momenti della malattia vissuta.

Il problema della calvizie radio-indotta può verificarsi anche su pazienti in età pediatrica. E’ possibile in questi casi correggere tale calvizie con un trapianto di capelli per donare al bambino una normalità ritrovata? Certamente è possibile eseguire un trapianto capelli sul bambino per correggere la calvizie causata dalle terapie oncologiche. Si dovrà comunque tenere presente alcune considerazioni prima di procedere.

Cosa considerare per procedere con il trapianto capelli post radiazioni in paziente bambino?

  1. Come negli adulti, se la perdita permanente di capelli causata dalle radiazioni è estesa o coinvolge la zona donatrice del cuoio capelluto, potrebbe capitare che si verifica una sproporzione tra capelli disponibili per il trapianto e zona calva da correggere. La tecnica ad espianto sezionale sicuramente migliora questa difficoltà ma i follicoli dei bambini tendono ad essere di dimensioni minori per cui questa procedura non ha la stessa capacità di preservazione. 
  2. A seconda del esito cicatriziale o caratteristica del cuoio capelluto affetto da calvizie post radiazione, la fattibilità dell’intervento dovrà essere puntualmente verificata. In alcuni casi potrà essere necessario un successivo intervento integrativo per aumentare la densità follicolare della zona ricevente. In altri casi lo spessore del cuoio capelluto della zona ricevente è molto ridotto e ciò rende complesso impiantare le unità follicolari.
  3. Il bambino crescendo potrebbe essere soggetto – come circa il 60% dei maschi – all’alopecia androgenetica. Ciò potrebbe comportare una ridefinizione in peggio del risultato perché i follicoli geneticamente sensibili all’influsso del diidrotestosterone saranno destinati a cadere.
  4. La procedura di trapianto di capelli è molto lunga. Può durare diverse ore e ciò rende faticoso per il bambino paziente. Aspettare qualche anno migliora la maturità del giovane paziente. Va però considerato che procrastinare il trapianto capelli vuol dire fare vivere il paziente il disagio della calvizie. Si deve quindi trovare un equilibrio. In linea di massima il trapianto capelli Micro FUE viene programmato in caso di paziente bambino con calvizie post chemioterapia o radioterapia – dopo le verifiche cliniche necessarie – senza particolare difficoltà.